LA RECENSIONE DEL MERCOLEDI'
CIRCE di Madelin Miller, 2019 Marsilio
È pensosa e malinconica la Circe uscita dalla penna della Miller.
Di lei, finora, abbiamo conservato un’immagine stereotipata, quale ci deriva dalla lettura dell’Odissea o di altri testi classici.
Quella che ci viene presentata in questo bel romanzo è, invece, la raffigurazione di una semi dea consapevole dei suoi limiti e desiderosa di una quotidianità e normalità a lei precluse.
Contrariamente a quanto siamo portati a credere, la vita di una ninfa, o di una maga, non ha niente di eccezionale, anzi.
Così, come l’immagine di Circe, anche quella di Odisseo, meglio conosciuto come Ulisse, viene ridisegnata.
Non più l’eroe dell’intelligenza arguta, degli affetti negati, ma un uomo arrogante, superbo e irascibile e privo di capacità di autocontrollo.
Attorno a Circe ruotano svariati altri personaggi, più o meno interessanti. Divinità vendicative, Titani sul piede di guerra, re e aristocratici, Penelope, Minerva, Icaro, Dedalo, Pasifae, Telemaco e Telegono, il figlio che Circe ha avuto da Ulisse… per tutti loro, la Miller si rifà a fonti che ci riportano ai miti classici, riletti e riscritti secondo la sua sensibilità.
Circe, nel corso del romanzo, si confessa e analizza con acutezza e sincerità affini ai gusti di lettori moderni, offrendo un’immagine di sé credibile e apprezzabile.
Che sapore rimane? Oltre a quello delle erbe amare, del vino denso … come dimenticare i vassoi di carni arrostite offerte a Odisseo e ai suoi amici?
