LA RECENSIONE DEL MERCOLEDI': LA SEGNATRICE di Elena Magnani, Giunti 2022
“Ripose la pistola con una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Una parte della sua mente iniziava a farsi strane domande. Sulla giustizia. Sulla lealtà. Sull’essere umani nell’accezione più alta.”
Anna, la giovane protagonista, ha un dono: conosce l’arte segreta della segnatura, a cui è stata iniziata dalla zia e dal padre. Sa cioè porre rimedio ai mali fisici e psicologici usando erbe e segni, preghiere e formule.
La vita di Anna cade in un buco nero quando nel suo paesino si accampa un plotone tedesco, che difende la linea gotica. Siamo infatti nei cruenti anni successivi all’armistizio. E qui la scrittrice sa cogliere come questo avvenimento determini uno scomporsi e ricomporsi delle dinamiche del paese e dei suoi abitanti, compresa la famiglia di Anna, che finisce nell’occhio del ciclone.
La ragazza tenta di usare le sue capacità straordinarie per ricomporre l’equilibrio che si è rotto, nonostante le proibizioni della madre e gli avvertimenti della zia. Tenta di fermare una forza dirompente come quella della guerra, di ricavare un buco tranquillo nella storia per sé e per le persone che ama. Anche qui l’autrice riesce a ricostruire il gioco delle forze messe in moto dal conflitto e l’effetto devastante che hanno sui singoli individui e sul loro destino.
Anna percorrerà il suo destino, senza poter fermare o curare come vorrebbe ciò che si muove intorno a lei, dovrà accettare che la guerra è una forza più grande della sua. Quindi il romanzo non è solo una bella storia d’amore, ma ha anche un risvolto di formazione e si vale di una capacità di narrare autentica.
Lo si ricorda insieme al sapore del cioccolato, il bene prezioso regalato dagli Americani con i lanci di armi ai partigiani.
